Magazine Alternativa A Numero 4
Anno 2023
L'informazione social che crea disinformazione?
28 Febbraio 2024

Spesso ci si chiede da dove nasca la conoscenza e come si formi: sicuramente inizia nelle menti ancora giovani, perché, fin dal nostro primo giorno di vita, iniziamo ad imparare. Ma alla base di questo processo c’è un elemento indispensabile: l’informazione. Informarsi fa parte della vita di ognuno di noi, grandi e piccoli, e senza di essa non solo noi stessi, ma l’umanità non avrebbe progredito. Le informazioni vengono diffuse e condivise e in questo scambio un ruolo centrale è giocato dalle giovani generazioni. Ma oggi i giovani come si informano? Quante cose sono cambiate nel corso del tempo?

Imparare dal passato

“Imparare dal passato”: il mondo come lo conosciamo oggi è frutto di un arduo lavoro durato secoli e non saremmo nulla se non guardassimo al passato. E se oggi abbiamo tutte queste conoscenze su noi stessi e sul mondo che ci circonda è perché ci sono stati forniti i mezzi per trasmettere informazioni non soltanto ai nostri contemporanei, ma anche alle generazioni future. Questi canali di trasmissione delle informazioni hanno subito notevoli cambiamenti nel tempo, tuttavia oggi non esisterebbe nessun ebook online, se in passato non fosse venuto in mente a qualcuno di mettere per iscritto tutto il sapere possibile.

Detto questo, nella società contemporanea possiamo individuare due tipi di mezzi di informazione: i mass media tradizionali e i new media.

I primi permettono di trasmettere dati e informazioni su vasta scala – alcuni esempi sono i giornali, la radio, la televisione – e questo vale anche per i secondi, che tuttavia si caratterizzano come digitali, interattivi, ipertestuali, e consentono quindi di condividere informazioni simultaneamente, utilizzando strumenti come la posta elettronica, le chat, i blog.

Per avere un’idea più chiara su come si informino oggi le giovani generazioni, abbiamo chiesto alle otto classi quarte del Liceo “Giorgio Spezia” dei diversi indirizzi di rispondere ad un sondaggio; abbiamo ricevuto 83 risposte ( 27 studenti di Scienze Umane, 25 dello Scientifico, 18 del Linguistico e 13 del Classico).

Mass media tradizionali e new media

Con questo sondaggio abbiamo cercato di capire quale tra le due tipologie di media –mass media tradizionali e i new media- sia quella più utilizzata dai giovani. I dati raccontano che tra gli intervistati una buona maggioranza, il 67%, usa spesso o almeno qualche volta i giornali per informarsi. Ma il 99% degli intervistati ricorre ai social media: quindi senza dubbio sono la fonte principale per i giovani. C’era da aspettarselo, suona perciò più sorprendente sapere che una buona parte dei ragazzi consulta ancora la carta stampata.

Ma quali sono i social più utilizzati? Vittoria schiacciante per Instagram (72 voti); seguono a pari merito Youtube e Tiktok (entrambi a quota 49). Al quarto posto Telegram (10), superato di poco da Twitter (12). Fanalini di coda Snapchat (6) e Facebook (5).

Ma quale invece sarebbe effettivamente il più adatto alla diffusione di notizie secondo i nostri intervistati? Instagram non perde il suo primo posto (67 voti), segue Youtube (45) e alle sue calcagna troviamo Tiktok (40). Twitter scende di una posizione, al quarto posto (25), battendo Facebook (15) e Telegram (11). Piuttosto evidente è la sconfitta di Snapchat (che conta 0 voti).

Considerata la rilevanza dei social fra i giovani, ci possiamo chiedere se la loro presenza nel mondo dell’informazione sia un cambiamento positivo o negativo.

Social media: vantaggi

Da un lato i vantaggi non sono pochi, poiché i social media:

  • permettono di diffondere molte più informazioni rapidamente e non presentano barriere spazio-temporali; secondo il sociologo e filosofo McLuhan il pianeta in questo modo si è trasformato in un “villaggio globale”: veniamo tutti coinvolti in tutti gli eventi globali, come se tutto fosse vicino a noi;
  • consentono di apprendere nuove informazioni e di confrontarsi con tanti punti di vista differenti (ai nostri intervistati abbiamo chiesto se solitamente fossero interessati a confrontarsi con punti di vista differenti dai propri: il 18% dei ragazzi preferisce confrontarsi con fonti vicine alla propria linea di pensiero, mentre il restante 82% è disposto a prendere in considerazione e ad analizzare altri punti di vista);
  • ognuno può esprimere sé stesso, le proprie idee e aprono alla multiculturalità, permettendo di rimanere in contatto con gli altri e di socializzare;
  • non richiedono una spesa ripetuta nel tempo per l’accesso alle notizie/informazioni (mentre i giornali vanno comprati ogni giorno);
  • creano nuove professionalità (come il social media manager, una figura che si occupa di gestire nel modo più funzionale possibile l’immagine virtuale delle persone).

Social media: il rovescio della medaglia

Dall’altro lato però i new media sono un’arma a doppio taglio: non è tutto oro quello che luccica, poiché:

  • i ragazzi si trovano a far fronte al sovraccarico di informazioni offerte da internet. Ci sono così tante informazioni che c’è disinformazione;
  • diventa difficile distinguere le notizie vere da quelle false e non è mai certo il grado di affidabilità delle fonti consultate;
  • un’eccessiva libertà nell’accesso ad internet, sia come ricevente che come emittente, può causare problematiche morali e legali e questo lo dimostra la sempre più crescente necessità di regolare, attraverso leggi che in passato non servivano, il mondo virtuale;
  • non possiamo essere certi dell’identità delle persone con cui comunichiamo in internet e della loro buona fede;
  • è necessario l’acquisto di dispositivi come telefoni e computer il cui prezzo non è sempre accessibile a tutti;
  • come da un lato si creano nuovi lavori, dall’altro vengono meno quelli storici (un esempio è quello degli ’edicolanti’ che negli ultimi anni si sono ridotti di numero);
  • il loro abuso riduce il contatto diretto con le persone con il rischio di contribuire all’isolamento sociale.

Come far fronte a tutto questo?

Sicuramente uno dei punti di riferimento più saldi per i giovani è la scuola e, secondo i nostri intervistati è proprio così: per garantire un corretto accesso all’informazione e anche una formazione sul comportamento corretto da tenere nello spazio virtuale, dovrebbe essere la scuola a “proporre più incontri su tematiche attuali e discussioni spontanee con gli insegnanti”, come viene suggerito da un intervistato.

Inoltre è emerso che i ragazzi preferiscono avere la possibilità di discutere in classe di argomenti di attualità, basandosi anche su giornali o altre fonti, ed è stato manifestato un certo apprezzamento per incontri e conferenze culturali. Allo stesso tempo si ritiene però anche che ognuno dovrebbe metterci del suo, informandosi anche individualmente al di fuori della scuola. Bisogna sempre tenere a mente che non sappiamo tutto: sembrerebbe azzeccato il commento di Socrate (ripreso da un anonimo intervistato) “so di non sapere”.

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