Magazine Alternativa A Numero 2
Anno 2023
Fondazione di comunità del Verbano Cusio Ossola: non solo un ente di erogazione
15 Giugno 2023

La Fondazione locale quale motore di connessioni, fattore di ricomposizione di reti, sostenitore e accompagnatore di processi e progetti

L’attività erogativa caratterizza fortemente le Fondazioni di Comunità ma esse si distinguono rispetto ad altri enti erogatori per il loro “essere della comunità”, quindi per la possibilità di introdurre una “cura” e un’attenzione specifica per lo sviluppo delle relazioni col territorio. Se l’orientamento alla qualità e all’efficacia dei progetti è il criterio di riferimento prevalente di tutti gli enti erogatori, la peculiarità delle Fondazioni di Comunità è infatti quella di affiancarvi una seconda finalità: il coinvolgimento della Comunità.

Questa caratteristica si riflette tanto nell’attività di erogazione quanto in quella di raccolta fondi: la condivisione da parte della comunità, misurata anche attraverso lo strumento dei bandi con raccolta, può per esempio diventare conditio sine qua non per la concessione di contributi; parallelamente, la costituzione di Fondi è, di fatto, uno dei modi con i quali la comunità stabilisce una relazione con la Fondazione con la quale condivide il processo decisionale sulla destinazione delle risorse.

La Fondazione di Comunità ha sviluppato relazioni articolate con molti soggetti attivi sul territorio.
Un ruolo di primo piano risultano averlo i beneficiari dei contributi: le organizzazioni non profit, gli enti pubblici e gli enti religiosi. Tali soggetti, nella maggior parte dei casi, sembrano percepire la Fondazione come punto di riferimento per la realizzazione dei progetti, soggetti affidabili che operano in modo snello ed efficace. In generale sta emergendo come la Fondazione locale sia sempre più percepita come ente d’intermediazione filantropica e non solo di pura erogazione.

In questi anni la Fondazione del VCO ha elaborato un proprio posizionamento nel rapporto con gli enti pubblici, lavorando sull’importanza della nascita e del consolidamento di reti territoriali al fine di costruire alleanze stabili in grado di rivitalizzare relazioni e risorse; impresa non facile per le stesse caratteristiche geografiche, storiche e culturali che vedono la comunità del VCO frammentata in tre zone.

Tuttavia la Fondazione comunitaria può essere “piattaforma relazionale” per lo sviluppo dei sistemi di welfare locale all’interno di un contesto spesso caratterizzato da una frammentarietà dei soggetti istituzionali.
In questo contesto la Fondazione valorizza il proprio ruolo di erogatore sul territorio, condividendo con l’ente locale lo sviluppo di progetti in cofinanziamento, mantenendo un ruolo neutro, come soggetto terzo, all’interno delle dinamiche locali.

In sintesi la Fondazione può essere:

  • motore di connessioni, organizzatore di scambi/processi,
  • fattore di ricomposizione di reti, anche nel senso di risorse ed energie;
  • un HUB di condivisione di sguardi in relazione ai diversi contesti.

Può sostenere, affiancare, accompagnare i processi e i progetti con i soggetti attivi delle comunità, promuovendo lo sviluppo di progettualità condivise.

Grazie alla capacità di intercettare problematiche e risorse, la Fondazione è sempre più un luogo “cerniera” tra soggetti diversi per la generazione di progettualità.

Tra i compiti della Fondazione vi è anche quello di fare da “incubatore” di co-progettazioni; la prima esperienza, in tal senso, è certamente individuabile ne “La Cura è di Casa”.

Attivazione e partecipazione della comunità sono state un elemento di innovatività nella rete La Cura è di Casa, che ha permesso al Verbano Cusio Ossola di riscoprire la comunità come tessuto sociale di cui cittadini, istituzioni e terzo settore fanno parte, comunità in quanto senso di appartenenza a un territorio e voglia di mettersi in gioco per migliorare e rendere più forte e protetto il territorio stesso. La collaborazione tra i cittadini, le istituzioni e il terzo settore si è rivelata fondamentale nella costruzione di un forte senso di responsabilità e appartenenza, innescando un inedito circolo virtuoso. Operatori del pubblico e del privato sociale lavorano in collaborazione con il mondo dell’associazionismo per ripensare i servizi tradizionali, mettendo al centro i bisogni della persona anziana in una logica di sussidiarietà e per sviluppare una cultura di welfare di comunità.

Dallo scoppio dell’emergenza Coronavirus in avanti, si è prospettato un nuovo scenario nel quale il posizionamento della Fondazione locale è mutato in maniera importante. Come è stato più volte descritto nei paragrafi precedenti, la Fondazione è sempre più parte attiva nella collaborazione con gli enti locali per la pianificazione di programmi e iniziative di welfare. Un ruolo che risulta essere sempre più strategico e funzionale alla facilitazione di alcuni processi decisionali tra i vari soggetti.
Questo consente alla Fondazione di sviluppare una prospettiva di valutazione multifattoriale che non si limita a considerare solo la “bontà del progetto” ma anche la lettura dei problemi del territorio e la conseguente individuazione di priorità di intervento, l’ascolto della comunità, la cura delle relazioni con enti del terzo settore e gli altri attori locali.

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