Magazine Alternativa A Numero 4
Anno 2023
Il bisogno di prenderci cura della nostra fragilità
28 Febbraio 2024

Assistenza psicologica alle famiglie, formazione per figure professionali, eventi di sensibilizzazione per il grande pubblico, questo e molto altro in progetto PALLIUM

Dopo due anni di lavoro è tempo di bilanci per il progetto Pallium, avviato nel novembre 2021 nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia Svizzera – Interreg 2014-2020, di cui hanno fatto parte il Capofila italiano Cooperativa La Bitta, il Capofila svizzero Hôpital du Valais, i partner italiani ASL-VCO, Fondazione Comunitaria del VCO Ente filantropico, Cooperativa Emisfera e a cui hanno collaborato CREMIT – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Associazione Angeli dell’Hospice VCO odv.
La finalità del progetto era favorire l’accesso alle cure palliative al maggior numero possibile di pazienti, in particolare nelle aree periferiche, favorendone nel contempo la permanenza a domicilio con tutti i benefici correlati alla qualità di vita, ma anche, in una prospettiva di sostenibilità degli interventi, alla riduzione dei costi relativi alla cura e assistenza. L’approccio transfrontaliero ha previsto le seguenti azioni e obiettivi:

  • sviluppo di una soluzione tecnologica per favorire l’accesso ai servizi e per assicurare un livello di assistenza più puntuale e accurato;
  • intensificazione del supporto psicologico a favore dei nuclei familiari per sostenere la permanenza a domicilio dei pazienti;
  • sviluppo di percorsi formativi articolati a favore di operatori e volontari.

Ma quello che è nato con l’attivazione di Pallium è stato molto di più, è stata la necessità condivisa di avvicinarsi e comprendere in chiave personale e concreta il senso e il valore della comunità; la nostra fragilità umana, individuale e collettiva; l’importanza e il bisogno della cura amorevole, quando si conclude la cura terapeutica; il significato della morte come processo trasformativo di vita.
Questioni importanti e di grande umanità che hanno preso forma in azioni aggiuntive quali:

coinvolgimento della comunità
sui temi delle tecnologie di comu-
nità e della Death Education;

  • sviluppo di un’attività di tutoraggio di comunità a supporto della soluzione tecnologica;
  • ristrutturazione parziale della Casa di Riposo di Montescheno con annessi servizi di comunità, in caso di ulteriore emergenza pandemica;
  • avvio di un progetto di arte relazionale per sostenere le famiglie delle persone in cure palliative e la comunità della Valle Antrona;
  • attivazione di un supporto infermieristico nella Casa di Riposo specifico per la gestione delle cure palliative.

La risposta al progetto è stata entusiasta e i risultati raggiunti hanno raddoppiato quelli attesi: supporto psicologico a 622 nuclei familiari, rispetto ai 250 previsti; 882 persone formate, a fronte delle 200 immaginate; 15 eventi collettivi che si sono concretizzati in 2 rassegne divulgative rispettivamente intitolate “Che la morte ci colga vivi” e “Noi fragili, noi immortali”, che hanno portato all’organizzazione di 6 spettacoli teatrali; un cineforum con la visione di 4 film; 4 convegni a scopo divulgativo con una presenza media di 100 persone ad evento; 4 death cafè e un gioco di ruolo, ogni volta sold out, e una esperienza artistica; la ristrutturazione parziale della Casa per Anziani di Montescheno, che ha così migliorato i servizi assistenziali all’intera comunità della Valle Antrona; il coinvolgimento di oltre quaranta persone in un pro- getto di arte relazionale e narrazione terapeutica, per la restituzione e la condivisione di memorie e vissuti. E con questi presupposti ora ci si prepara al futuro!

Sfoglia la rivista on-line