Magazine Alternativa A Numero 3
Anno 2023
Chi c’è allo sportello?  
5 Marzo 2024

Sportello giovani, informazione, orientamento, formazione per un mondo, non solo giovanile, a disagio

Disagio Giovanile. Difficile trovare una corretta definizione del termine “disagio”; circoscriverlo al mondo giovanile comporta ulteriori difficoltà: quanti sono i giovani? chi sono? fino a che età lo si è? Una situazione complessa e confusa che complica oltremodo la costruzione di politiche in grado di affrontare il tema.

Le politiche italiane per i giovani sono disciplinate dalla legislazione concorrente: il potere legislativo sulla materia delle politiche giovanili è attribuito tanto al Governo centrale quanto alle Regioni e alle Provincie autonome.

Le questioni relative ai giovani si basano pertanto su un approccio dal basso verso l’alto. Ai sensi dell’articolo 31 della Costituzione, la Repubblica tutela i giovani “favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Sono poi le Regioni e le Province Autonome a definire le norme che promuovano misure a favore dei giovani, in particolare nei campi di informazione, formazione, orientamento. Temi questi ultimi nei confronti dei quali l’attuale realtà rende sempre più urgente particolare attenzione.  Prendendo ad esempio quello che è l’inserimento nel mercato del lavoro, con ogni probabilità il principale strumento di integrazione sociale, i giovani sono oggi a tutti gli effetti i soggetti più fragili: in Italia i cosiddetti NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, si attestano sul 15% nella fascia 15-24 anni e superano il 25% nella fascia 25-34. Un poco invidiabile primato europeo.

Una rapida e superficiale scorsa delle varie leggi regionali sottolinea sostanziali differenze tra le varie legislazioni regionali.

La  Puglia con la Legge Regionale 14/2020 “Misure regionali in favore degli adolescenti” individua nei giovani compresi tra i 14 e i 19 anni i destinatari degli interventi previsti.

Il Friuli Venezia Giulia indirizza la  Legge regionale 5/2012 “Legge per l’autonomia dei giovani e sul Fondo di garanzia per le loro opportunità” ai giovani nella fascia di età 14-35 anni.

In Piemonte la Legge Regionale 6/2019 “Nuove norme in materia di politiche giovanili”, indirizzata alla fascia di età 15-29 anni, mira a sviluppare politiche giovanili in coordinamento con i Comuni e le organizzazioni giovanili.

La Toscana con la legge regionale 81/2020 “Promozione delle politiche giovanili regionali”, i cui destinatari sono giovani dai 16 ai 40 anni, consolida la precedente esperienza “Giovanisì” per l’autonomia dei giovani, un sistema di opportunità strutturato nelle macro-aree di tirocini, casa, servizio civile, fare impresa, studio e formazione, lavoro.

Tale così marcata diversità di approccio e indirizzo è la premessa per servizi che sul territorio nazionale sono estesi a macchia di leopardo, diversissimi nell’attuazione e, ovviamente, nei risultati.  Limitando lo sguardo al principale e più diffuso servizio, lo “sportello giovani” che rappresenta il primo accesso ai servizi, possiamo imbatterci in un semplice e banale ufficio informazioni, poco frequentato, male organizzato e sostanzialmente di scarsa utilità oppure in un centro nodale in cui a risaltare sono le esperienze di connessione, coinvolgimento e collaborazione con il tessuto territoriale. Capita così che a Torino le cose vadano così così (bene in alcune zone, male in altre), piuttosto bene a Ivrea e Novara, bene (c’era da aspettarselo) a Modena e Bologna, non male in Trentino. Ma si tratta di opinioni.

A fare talvolta la differenza non è tanto l’indirizzo dato dalle leggi, già di per sé indicativo, quanto dal personale, in particolare il dirigente o funzionario incaricato, dalla sua personale voglia di “sbattersi”, di presidiare l’ufficio piuttosto che impegnarsi sul territorio, scovando, interessando, coinvolgendo esperienze, agenzie educative formali e non, enti pubblici, terzo settore, che quasi certamente esistono dappertutto. Una figura che molto si avvicina a quella di “manager di comunità” richiamata nell’interessante dibattito scaturito dal Forum. La soluzione sta con buona probabilità nel tessuto, nel territorio, nelle potenzialità che sa esprimere ma occorre qualcuno che tenga le fila, presidi l’intero iter, mantenga contatti e connessioni.

Foto Freepik

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