Magazine Alternativa A Numero 1
Anno 2025
L’OCCUPAZIONE NELLA SANITÀ
25 Marzo 2025

Uno sguardo sintetico e alcuni confronti sui numeri del personale sanitario in Europa, Italia, Piemonte e alcune considerazioni parziali e qualitative sul Verbano Cusio Ossola

La spesa sanitaria

Prima di approfondire numeri e dati sull’occupazione, alcune informazioni sulla spesa sanitaria in Italia nel 2023, rilevate dal Rapporto annuale della Ragioneria dello Stato, già danno un’idea puntuale sull’evoluzione sulla sanità in questi ultimi anni.                                                                                                                                 

Secondo la Ragioneria dello Stato nel Monitoraggio della spesa sanitaria la spesa sanitaria pubblica, dai dati del Conto Economico, nel 2023 è di poco inferiore ai 133 miliardi di euro, con un aumento negli ultimi 10 anni del 20%, era infatti di poco inferiore ai 111 miliardi nel 2014. In particolare per la nostra regione nel 2023 la spesa è di 9,7 miliardi contro gli 8,2 miliardi del 2014 (+ 18,5%).

Scomponendo la spesa sanitaria pubblica nelle varie componenti, si rileva come la spesa per lavoro dipendente nel periodo 2014-2023 sia cresciuta del 13,7%, da 34,8 a 39,6 miliardi, un aumento decisamente inferiore a quello fatto segnare dalla spesa totale. In Piemonte la spesa per lavoro dipendente è aumentata dell’11,2%, da 2,8 a 3,1 miliardi. Un aumento più considerevole ha fatto segnare la spesa per prodotti farmaceutici, dagli 8,8 miliardi del 2014 ai 14,5 del 2023 (+ 64,8%), più di tre volte superiore all’incremento della spesa globale, con una differenza rilevante da regione a regione. In Piemonte è cresciuta del 64,6% in linea con il dato nazionale. Un incremento rilevante ha mostrato la spesa definita “per altre prestazioni sociali da privato” che corrisponde alla spesa pubblica per l’assistenza convenzionata con strutture private, cresciuta, da 22,9 a 26,9 miliardi (+ 17,5%). In Piemonte la spesa per strutture convenzionate è aumentata del 15,7%, da 1,5 a 1,7 miliardi. In percentuale sul totale questa tipologia di spesa fa rilevare forti differenziazioni regionali, dal 10,8% del Friuli Venezia Giulia, all’11,5% della Toscana per arrivare al 27,2% della Lombardia e al 29,3% del Lazio. Rimane pressoché inalterata la spesa per l’assistenza medico-generica da convenzione, cresciuta solo da 6,6 a 6,7 miliardi. In Piemonte la spesa per strutture convenzionate è del 17,9%, inferiore a quella nazionale (20,3%).

La spesa sanitaria privata, sostenuta direttamente dai cittadini, nel 2023 è di 43,1 miliardi, il 53,4% in più rispetto al 2016, un incremento decisamente superiore a quello fatto segnare dalla spesa pubblica negli ultimi 10 anni (+ 20%), a testimoniare in modo puntuale lo spostamento della domanda di prestazioni dal settore pubblico a quello privato. In particolare per la regione Piemonte l’aumento è stato del 58%, da 2,19 a 3,46 miliardi.

La spesa sanitaria, pubblica e privata, nel 2023 è quindi di poco inferiore ai 176 miliardi con una spesa privata cresciuta dal 20% al 25% della spesa complessiva negli ultimi 8 anni. Alcuni dati interessanti relativi alla spesa privata per tipologia mettono in evidenza un aumento rilevante della spesa medica per la salute mentale; negli ultimi 8 anni la spesa privata per psicologi, pur rappresentando ancora meno del 3% della spesa privata, è quasi triplicata fino a raggiungere gli 1,2 miliardi di euro. Anche nella spesa privata evidenziano aumenti assolutamente rilevanti la spesa farmaceutica, da 8,29 a 12,16 miliardi (+ 46,7%) e la spesa per servizi medici, da 15,49 a 23,32 miliardi (+ 50,5%).

Tenendo conto della spesa pubblica per le prestazioni convenzionate e della spesa privata per strutture, medici e operatori sanitari privati, possiamo stimare che più di 60 miliardi della spesa sanitaria complessiva sia destinata alle strutture e agli operatori privati, quasi il 35%.

L’occupazione in Italia e in Europa

Andiamo ora ad inquadrare la tematica del lavoro nella sanità con qualche primo dato puntuale. Nel 2022, ultimo dato disponibile, l’ISTAT rilevava 249.869 medici, di cui 202.616 specialisti e 47.253 generici, rispettivamente 423,41, 343,34 e 80,07 ogni 100.000 abitanti. Il dato in sé può anche non dire nulla; il confronto con i dati europei invece ci consente una lettura puntuale del nostro posizionamento rispetto agli altri paesi.

Dalla tabella soprastante si coglie immediatamente come nel 2022, per quanto riguarda i medici specialisti, possiamo considerarci in una posizione soddisfacente: solo Grecia, Bulgaria, Cipro e Germania hanno un numero di medici specialisti per 100.000 abitanti superiore al nostro. Relativamente ai medici generici di base, la situazione è alquanto diversa: in Europa siamo solo in 19ª posizione con valori che sono meno della metà rispetto ai paesi con le migliori dotazioni. Per numero totale di medici siamo in 6ª posizione dietro a Portogallo (585,54), Cipro (518,79), Austria (449,88), Germania (454,97) e Lituania (444,27). Emerge quindi che per numero totale di medici e per specialisti siamo fra i primi paesi in Europa mentre per quanto riguarda i medici generici la nostra posizione non è certamente soddisfacente. A chiusura dell’articolo ritorneremo su queste ultime riflessioni con anche alcune considerazioni sul Verbano Cusio Ossola.

L’occupazione in Italia e in Piemonte

In Italia, come già anticipato sopra, nel 2022, ultimi dati ISTAT, ci sono 249.869 medici, 52.559 odontoiatri, 17.863 ostetriche e 384.882 infermieri; con gli 80.018 farmacisti arriviamo ad un totale di 785.131 unità di personale sanitario.


Un’annotazione interessante di immediata lettura dalle tabelle 3 e 4 è l’aumento del numero dei medici e anche degli infermieri negli ultimi 10 anni, un aumento anche significativo, rispettivamente del 6,4% e del 25,8% , ma, come vedremo meglio in seguito, non sufficiente per i nuovi fabbisogni determinati anche dal progressivo invecchiamento della popolazione. In particolare sono aumentati i medici specialisti mentre sono diminuiti i medici di base.

I dati relativi al Piemonte per un totale di 56.229 persone rappresentano il 7,16% del totale Italia. Anche nella nostra regione il personale medico e paramedico è cresciuto rispetto al 2013. In particolare i medici erano 15.539 e sono ora 16.242 e il personale infermieristico era di 23.677 unità e sono ora 27.904 unità, un incremento rispettivamente del 4,5% e del 17,8%. Anche in Piemonte sono i medici specialisti a determinare questa evoluzione.

Non ci sono purtroppo dati complessivi puntuali a livello provinciale. A chiusura dell’articolo faremo alcune considerazioni spot sul Verbano Cusio Ossola basate su alcuni dati parziali e qualitativi. 

Un confronto fra aree territoriali e regioni

Vediamo ora qualche confronto a livello nazionale estrapolando i dati per area territoriale e per regione.

A livello nazionale, si rileva una differenziazione abbastanza significativa fra le aree territoriali, dove i valori più elevati sia per quanto riguarda i medici, 47,75 ogni 10.000 abitanti, che il personale infermieristico, 70,98, sono nel centro Italia. Sono invece nel nord ovest i valori più contenuti per i medici, 39,81 ogni 10.000 abitanti, e nelle isole per il personale infermieristico, 59,43.

Il Piemonte con 38,18 fa segnare un valore inferiore sia alla media italiana che all’area di appartenenza del Nord Ovest per quanto riguarda il personale medico. Un valore più in linea con quello nazionale mostra invece il personale infermieristico, 65,60 ogni 10.000 abitanti contro i 65,22 italiano.

A livello regionale, relativamente ai medici specialisti, sono Lazio, Toscana, Liguria e Sardegna a far segnare i valori più elevati, mentre sono Trentino e Basilicata a evidenziare i valori più bassi. Per quanto riguarda i medici di base, sono invece Toscana e Abruzzo a evidenziare il maggior numero di medici ogni 10.000 abitanti e Lombardia e Alto Adige a far segnare i valori più contenuti.

Una carenza diffusa in ogni territorio

Come già accennato in precedenza, l’aumento del personale sanitario sia in Italia che in Europa non riesce però a soddisfare il fabbisogno crescente soprattutto di una popolazione che invecchia sempre più.

Secondo l’ultimo rapporto OCSE “Health at Glance: Europe 2024”, venti paesi europei hanno segnalato una carenza di medici e quindici una carenza di infermieri. Sulla base delle soglie minime di personale per la copertura sanitaria, si stima per i paesi europei una mancanza di 1,2 milioni di personale sanitario nel 2022. Questa stima appare ancora più preoccupante per il futuro, tenuto conto che 1/3 dei medici e 1/4 degli infermieri ha più di 55 anni. I paesi europei si affidano sempre di più a personale formato all’estero. Nel 2022 l’afflusso dei medici formati all’estero è aumentato del 17% rispetto al 2019 e quello degli infermieri addirittura del 72%. L’OCSE ritiene che nel breve termine sia fondamentale migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni per aumentare l’attrattività della professione e trattenere gli operatori sanitari attuali. Nel medio periodo è altrettanto fondamentale aumentare le opportunità di istruzione e formazione per i nuovi medici e infermieri. Una situazione analoga si riscontra a livello nazionale, regionale e provinciale.

In assenza di dati puntuali aggiornati abbiamo ripreso alcuni servizi dei media che danno comunque una rappresentazione attendibile della situazione. A livello nazionale, un servizio di SkyTg24 del 4 novembre 2024 riferiva di una carenza di 25.000 medici e 65.000 infermieri, numeri davvero significativi.

A livello regionale, un articolo de La Stampa del 6 ottobre 2024 rilevava una carenza in Piemonte di circa 2800 medici; un servizio di TGR Piemonte e un articolo de La Stampa del 12 dicembre 2024 sottolineavano in particolare una carenza in regione di un migliaio di medici di base; all’ultima selezione per 228 posti si sono presentati solo 127 candidati.

In provincia, come già detto, l’indisponibilità di dati puntuali complessivi rende meno facile un’analisi specifica; il tenore dell’emergenza rimane però lo stesso, se non addirittura amplificato dalla marginalità del territorio e dalle sue strutture sanitarie. Un servizio di Rainews del 16 ottobre 2024 rilevava la carenza in provincia di 60 medici e 100 infermieri, con una grande difficoltà a reperire il personale mancante, sottolineata dalla mancata partecipazione ai bandi di selezione: per esempio a una selezione per 11 unità al Dea ha partecipato un unico candidato. Un articolo de La Stampa del 1 novembre 2024 evidenziava in particolare la carenza di medici di base: più di 10.000 persone in provincia erano e sono senza medico di base. Una convenzione ASL ha dato la possibilità alle persone senza medico di base di rivolgersi provvisoriamente ai medici in servizio; non può però certamente essere questa la soluzione di questa emergenza. 

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