Magazine Alternativa A Numero 3
Anno 2024
Io capitano
26 Settembre 2024

SCHEDA DEL FILM IO CAPITANO:

Regia: Matteo Garrone

Sceneggiatura: Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri

Fotografia: Paolo Carnera

Montaggio: Marco Spoletini

Interpreti principali: Seydou Sarr (Seydou), Moustapha Fall (Moussa)

Produzione: Archimede, Rai Cinema, Tarantula, Pathé, Logical Content Ventures, RTBF, VOO, BeTV, Proximus, Shelter Prod

Distribuzione italiana: 01 Distribution

Durata: 121′

Origine: Italia, Belgio

Data di uscita italiana (Cinema): 07/09/2023

Data uscita in DVD: 11/01/2024

Visibile in streaming su: Sky, NowTV

Arrivati alla chiusura della stagione cinematografica 2023/24, idealmente sancita dalle ferie estive, come per le stagioni scolastiche, ci si accorge che, come quasi sempre accade, la distribuzione dei film di maggiore qualità si è concentrata in alcuni periodi specifici: l’inizio della stagione, quindi a settembre, per sfruttare l’onda delle anteprime di Venezia, e i primi due mesi dell’anno solare, per “lanciare” la corsa agli Oscar, solitamente assegnati tra fine febbraio e marzo.

Non fa eccezione Io capitano, il film italiano più apprezzato della stagione, che è stato distribuito in Italia a settembre, subito dopo l’anteprima al Festival di Venezia.

Io capitano è l’ultima opera di Matteo Garrone (già regista di Gomorra e Dogman) e narra la struggente e avventurosa storia di Seydou e Moussa, due giovani senegalesi che, spinti dalla speranza di un futuro migliore, decidono di intraprendere il pericoloso viaggio verso l’Europa. Partendo da Dakar, la loro odissea attraversa il deserto del Sahara, tocca i campi di detenzione in Libia e culmina con il rischioso attraversamento del Mediterraneo.

Il più grande merito del film, che si ispira a diverse  storie vere, è quello di non limitarsi a raccontare le difficoltà e i pericoli affrontati dai migranti, ma si sofferma anche sulla forza dell’amicizia, della solidarietà e della speranza che anima i protagonisti.

Seydou, interpretato magistralmente da Seydou Sarr, è un ragazzo di diciassette anni, il cui sogno di diventare un calciatore professionista lo porta a lasciare la sua famiglia e il suo paese. Moussa, suo cugino e compagno di viaggio, è altrettanto determinato a migliorare le proprie condizioni di vita. Durante il viaggio, i due ragazzi si confrontano con la realtà brutale del traffico di esseri umani, con le insidie del deserto e con la crudeltà dei carcerieri libici, mantenendo viva la speranza di raggiungere la tanto agognata Europa.

La regia di Garrone è precisa e coinvolgente, capace di trasportare lo spettatore direttamente nei luoghi e nelle situazioni vissute dai protagonisti. La fotografia (di Paolo Carnera) è straordinaria nel catturare l’immensità e la desolazione del deserto, la claustrofobia dei campi di detenzione e l’incertezza del mare aperto. Le riprese in esterni, realizzate in location autentiche, contribuiscono a dare al film un tono realistico e immersivo.

La sceneggiatura, scritta da Garrone in collaborazione con Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, è solida e ben strutturata. I dialoghi sono realistici e toccanti, capaci di far emergere la personalità e i sentimenti dei personaggi. La narrazione procede a un ritmo equilibrato, alternando momenti di intensa drammaticità a scene di riflessione e introspezione.

Eppure, nonostante il realismo necessario, visto il tema trattato, Matteo Garrone non tradisce il suo cinema umanista e antiretorico, rileggendo il viaggio dei due ragazzi secondo le coordinate fiabesche che da sempre hanno contraddistinto i suoi film: saranno delusi coloro che si attendevano un ritratto iper-realista, politico, a tinte fosche, pieno di disperazione. Garrone cerca invece il racconto poetico, lo sguardo compassionevole e affettuoso, riempiendo di leggerezza un percorso fatto di solitudine, atrocità e morte.

Io capitano, infatti, non è solo un film tecnicamente impeccabile, ma anche un’opera profondamente umana. Garrone riesce a raccontare la storia di Seydou e Moussa con grande sensibilità, evitando facili pietismi o stereotipi. I personaggi sono tratteggiati con grande cura e complessità, risultando autentici e credibili.

Seydou, con il suo coraggio e la sua determinazione, rappresenta la speranza di un’intera generazione di giovani africani in cerca di un futuro migliore. La sua storia è una testimonianza della resilienza umana e della capacità di sognare anche nelle situazioni più difficili. Moussa, con la sua lealtà e il suo spirito protettivo, incarna il valore dell’amicizia e della solidarietà.

Il film offre anche uno spaccato realistico delle condizioni di vita nei paesi di transito e delle atrocità commesse ai danni dei migranti. Le scene nei campi di detenzione in Libia sono particolarmente intense e disturbanti, ma necessarie per comprendere appieno le difficoltà e i pericoli affrontati da chi intraprende questo viaggio.

Come dicevamo, però, Garrone non si limita a raccontare una storia di migrazione, ma solleva importanti questioni sociali e politiche, invitando lo spettatore a riflettere sulle cause profonde delle migrazioni, come la povertà, i conflitti e la mancanza di opportunità e sulla responsabilità della comunità internazionale nell’affrontare queste sfide.

Lo fa principalmente umanizzando i migranti, spesso ridotti a semplici numeri nelle cronache giornalistiche, e dando voce alle loro storie e ai loro sogni.

In un’epoca in cui il fenomeno migratorio è spesso strumentalizzato per fini politici, Io capitano rappresenta un atto di coraggio e di verità. Garrone non si sottrae alla complessità del tema e riesce a trattarlo con l’onestà e la profondità che merita. Il film è un appello alla compassione e alla giustizia, un invito a guardare oltre i pregiudizi e a riconoscere l’umanità condivisa che ci lega tutti.

Candidato per l’Italia agli Oscar come miglior film straniero, è entrato nella cinquina finale, dove è stato battuto da La zona di interesse, altro ottimo film, presentato la scorsa primavera durante la  stagione del Cineforum di Domodossola.

Ha poi trionfato ai David di Donatello, dove ha vinto, tra gli altri, il premio per il miglior film e la miglior regia.