Sono nato a Verbania nel 1950. All’epoca l’obbligo scolastico terminava con la quinta elementare. Avendone la possibilità, espletato l’obbligo, mi iscrivo all’allora Corso di Avviamento Industriale, a Verbania intitolato a Lorenzo Cobianchi. Inizia così, nel 1961, il mio rapporto con il “Cobianchi”. Dopo i tre anni di corso, con autorizzazione paterna, mi iscrivo all’Istituto Tecnico Industriale, sempre “Cobianchi”, scegliendo poi il corso di Elettrotecnica. Pian piano nasce l’amore per la mia scuola. Se è vero che, frequentando l’Istituto, si era estraniati durante l’anno scolastico dalla vita sociale cittadina (36/38 ore settimanali di lezione distribuite su sei giorni, con turni mattina e pomeriggio), è altrettanto vero che si aveva la consapevolezza di frequentare una scuola che non solo preparava tecnicamente ma rappresentava anche una vera scuola di vita. E ciò ci inorgogliva. Conseguito il diploma, e terminati gli studi in matematica presso l’Università di Pavia, a fine novembre 1973 ottengo, dall’allora Preside prof. Giulio Cesare Rattazzi, la mia prima supplenza al “Cobianchi”. Nel giro di quattro anni da studente a docente! Un sogno?
Ho la fortuna e l’opportunità di inserirmi nei Corsi Sperimentali voluti e progettati, a partire dal 1974, da un gruppo di insegnanti guidato dalla professoressa Carla Rossi Bozzuto. Ho così potuto apprendere nuovi metodi di insegnamento e di valutazione, che hanno notevolmente arricchito il mio bagaglio di giovane docente, ancora alle prime armi. La sperimentazione era un tentativo, a suo tempo voluto e autorizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione, di realizzare una vera Scuola Superiore Unitaria, con indirizzi innovativi, aperta ai cambiamenti della società e al passo con il progresso tecnologico. Tentativo non recepito poi a livello ministeriale e definitivamente terminato nel 2010 con l’avvento della cosiddetta “Riforma Gelmini”.
A fine settembre 1979, fulmine a ciel sereno, il Preside, professor Franco Bozzuto, ex allievo chimico, mi propone di assumere la carica di Docente Vicario, in altre parole Vicepreside con esonero dall’insegnamento. Non avevo ancora 29 anni e mi trovavo a collaborare con Franco nella non facile gestione dell’Istituto, avendo tra l’altro a che fare con diversi miei insegnanti del triennio di Elettrotecnica, il che mi metteva un certo imbarazzo. E così quell’amore, che timidamente era iniziato negli anni 60’, è via via cresciuto, rendendomi conto anche dell’importanza del ruolo che ricoprivo. E per meglio interpretarlo mi sono appassionato alla storia dell’Istituto, allora ormai vicino al primo centenario di fondazione (1986/87).
Approfittando dell’esistenza della Associazione Ex allievi, nata nel 1948 e rimessa in funzione, dopo un breve periodo di inattività, proprio in occasione dei festeggiamenti per il primo centenario di vita dell’Istituto, vengo a contatto con la ricca documentazione storica conservata nell’archivio dell’Istituto.
E così, piano piano, individuo i momenti fondamentali che hanno preceduto l’inizio ufficiale delle lezioni il 4 ottobre 1886. Il testamento, datato 15 luglio 1874, di Lorenzo Cobianchi che detta, tra l’altro, le condizioni per la realizzazione in Intra di una “Scuola di Arti e Mestieri” a lui intitolata. La forte determinazione della vedova N.D. Luisa Brielli che, all’apertura del testamento alla fine del 1881, dopo la morte di Lorenzo (21 settembre 1881), rinuncia subito all’usufrutto di tutte le sostanze e dà il là alla costituzione dell’“Ente Morale L. Cobianchi”, riconosciuto con Regio Decreto il 4 giugno 1882. E, infine, il Regio Decreto del 21 febbraio 1886 che istituisce nel Comune di Intra una Scuola Professionale per Operai. Questo l’inizio.
La scuola ebbe subito successo. I pochi locali messi a disposizione dal Comune di Intra per lo svolgimento delle attività di dimostrarono ben presto insufficienti. L’Ente Morale si fece carico del problema e, grazie ad un cospicuo finanziamento messo a disposizione dalla vedova di Lorenzo Cobianchi ( 140.000 lire di allora…), fu realizzata la prima sede ufficiale della scuola, inaugurata nel 1889, tuttora perfettamente funzionante e, data l’età, ormai riconosciuta come “Palazzina Storica”. Sul finire dell’Ottocento l’ edificio ricevette numerosi riconoscimenti anche a livello europeo quale perfetto esempio di edificio scolastico.
Solo nel 1933 l’Istituto assume la denominazione di “Istituto Tecnico Industriale” (allora Regio) grazie all’entrata in vigore della riforma Gentile, che sistema definitivamente (almeno fino agli anni Settanta) l’intero comparto della Scuola Superiore. Nei primi 45 anni, l’Istituto subisce varie trasformazioni: Scuola Professionale, Istituto Professionale, con diversi titoli di studio (Licenze tecniche, diploma di Perito Tecnico chimico, meccanico, elettromeccanico, elettricista). Dal 1933 al 1970 l’Istituto propone solo tre indirizzi industriali (Chimica, Elettrotecnica, Meccanica) e le uniche trasformazioni sono relative ad ampliamenti di edifici e realizzazione di nuovi laboratori.
Nel 1970, grazie ad una grande intuizione del Preside Rattazzi viene autorizzato l’avvio dell’indirizzo di Informatica, tra i primissimi in Italia. Si assiste poi alla stagione dei Corsi Sperimentali (1974/2010) che introducono anche indirizzi non tecnici (Scienze Umane e Sociali, Linguistico Moderno) e a varie rivisitazioni dei corsi tecnici (progetti ministeriali, progetto Brocca); prevedendo la presenza di corsi a carattere liceale (Scienze Applicate, Biologico, Economico) l’Istituto modifica ancora la sua denominazione, diventando IIS (Istituto di Istruzione Superiore).
Infine, con l’entrata in vigore della riforma Gelmini, che modifica pesantemente soprattutto i corsi tecnici, riducendo il monte ore settimanale complessivo e quello dei laboratori, l’Istituto Cobianchi si assesta sulla attuale struttura, che prevede 12 indirizzi di studio: Biotecnologie Ambientali, Biotecnologie Sanitarie, Chimica dei Materiali, Elettronica, Elettrotecnica, Informatica, Telecomunicazioni, Energia, Meccatronica, Liceo Economico-sociale, Liceo Linguistico, Liceo delle Scienze Applicate. Una vasta offerta formativa, ancora capace di attrarre numerosi studenti (nell’anno scolastico 2023-24 poco più di 2000) provenienti, come da tradizione più che centenaria, anche dalla sponda lombarda del lago.
Ho terminato la mia avventura al Cobianchi nel 2007 come Vicepreside. Proseguo però la mia vicinanza all’Istituto quale presidente dell’Associazione Ex Allievi che, ostinatamente ma con sempre maggior fatica, cerca di tramandare alle nuove generazioni gli ideali degli ex allievi che, nel 1948, in ben altro clima, decisero di darle vita. E’ in questa nuova veste che mi ritrovo, ormai tra gli ultimi, ad essere testimone di questa gloriosa Storia di un Istituto che ha saputo arrivare, in tempi non lontani, ai vertici della scuola italiana, grazie alla presenza soprattutto di Presidi illuminati e lungimiranti e di un corpo docente aperto alle innovazioni e tenacemente ancorato alla tradizione più che secolare. Storia che il tempo, con le nuove generazioni, sembra voler cancellare.
E’ questo il rischio che si presenta e che bisogna combattere. Oggi frequentare il “Cobianchi” non è più una conquista, non fa più “sentirsi diversi”, nel senso positivo della parola. Rischia di essere un incidente di percorso, un intermezzo fra l’uso dei social e dei telefonini. Ciò non fa che creare disinteresse, nessuna curiosità e voglia di sapere chi era Lorenzo Cobianchi, la sua storia e la storia dell’Istituto. Nel 2003, all’interno di una ricerca storica compiuta dagli studenti delle classi quarte dell’indirizzo di Scienze umane e sociali in merito ai fatti accaduti a Trarego nel 1945, fu sottoposto ad un campione di studenti un breve questionario di verifica del livello di conoscenza della vicenda. Alla domanda “Chi erano i Martiri di Trarego?”, cui è intitolata la piazza antistante l’Istituto, meno della metà ha risposto correttamente. Ora, passati ormai più di vent’anni, non credo sia migliorato il livello di conoscenza.
Ecco dove si dovrebbe intervenire. Iniziare dai giovani per renderli consapevoli del valore, non solo attuale, ma soprattutto storico di questa importante istituzione. Ma sono convinto che questo disinteresse coinvolga anche gran parte della cittadinanza. Del resto, poco si è fatto per illustrare non solo la storia più che centenaria del fondatore e dell’Istituto, ma anche l’importante ruolo avuto, a partire dalla fine dell’Ottocento, nella comunità cittadina, in termini di opportunità di crescita culturale, sociale ed economica. E’ un compito, in questi ultimi anni, assunto dall’Associazione Ex allievi: utilizzare ogni occasione (giornali, riviste, conferenze…) per ricordare, rivedere, illustrare tutto questo, in modo che Lorenzo Cobianchi, il suo operato, il suo Istituto tornino ad essere patrimonio della comunità cittadina.
Diario di Bordo è la Newsletter periodica di Alternativa A… in cui è possibile approfondire e analizzare le tematiche relative all’associazionismo provinciale, le ultime notizie e le anteprime.
© Alternativa A • Casa Don Gianni | Via dell’Artigianato, 13 | 28845 | P.Iva 00984480038 | alternativa-a@legalmail.it | Domodossola (VB) | Privacy Policy | Cookie Policy