Si è da poco conclusa la stagione 2024 di Tones Teatro Natura. Nella splendida cornice dell’ex cava Roncino, si sono alternati, per tutta l’estate, performer della scena internazionale, confermando l’apprezzamento del territorio, e non solo, per questa rassegna unica che sa unire il mondo performativo alla valorizzazione del territorio, integrando le più diverse forme d’arte con la bellezza della natura.
La stagione artistica, però, è solo l’aspetto più noto e mainstream delle proposte della Fondazione Tones Teatro Natura. Ne parliamo con l’ideatrice, fondatrice e direttrice artistica Maddalena Calderoni, che quasi 20 anni fa intuì come il territorio del VCO e le sue storiche cave non fossero solo una preziosa eredità industriale e artigianale, ma meritassero di essere fatte conoscere per la loro unicità.
Tutto è iniziato nel 2007, devo ammettere in maniera del tutto estemporanea – spiega Maddalena Calderoni -. All’epoca ero concentrata sulla mia carriera di cantante lirica solista ed ero tornata sul territorio come insegnante, proprio di canto lirico, alla Toscanini di Verbania. Stavo cercando quindi degli spazi per piccole attività musicali con i miei allievi e per supportare le richieste di alcune associazioni locali interessate a organizzare piccoli progetti artistici. Nel frattempo stavo anche mettendo in scena, in una cooperazione tra varie scuole e accademie, il musical Cats.
Per una strana coincidenza i teatri della zona erano tutti chiusi per restauri e quindi ci si stava interrogando su dove poter allestire qualcosa. Mi sono letteralmente messa a vagare in auto per il territorio alla ricerca di un luogo. Una mattina, transitando davanti alla Cava di Montorfano, mi sono detta “Certo che un musical in una cava verrebbe proprio bene!”
Ho cominciato a sondare la situazione e ho trovato subito il favore dell’Associazione dei Cavatori provinciale Assograniti, a cui è piaciuta molto l’idea di far conoscere il loro mondo e avere un’occasione per raccontare il patrimonio materiale e immateriale legato alla lavorazione della pietra. Allo stesso modo ho avuto un grande supporto dagli imprenditori, in particolare da Marini Quarries.
E siamo partiti. In 24 ore tutti i biglietti di Cats sono stati venduti!
A cosa attribuisci questo successo inaspettato?
In primis, sicuramente, la curiosità di entrare in un ambiente come la cava, così vicino, ma allo stesso tempo così “irraggiungibile”; poi la grandiosità di una tipologia di evento che effettivamente sul territorio non esisteva.
Da allora lo spirito di Tones on the Stones, così si chiamava all’inizio la rassegna, è stato quello di essere imponente, spettacolare e immerso nella grandiosità degli ambienti naturali del nostro territorio. Negli anni sono state tante le cave attive che ci hanno ospitato e l’unicità di questi luoghi, unita alla mia creatività e a quella di tanti artisti, che negli anni si sono succeduti, hanno dato vita non solo a un nuovo format, ma a una vera e propria cifra stilistica che ormai ci identifica non solo in Italia, ma un po’ in tutta Europa.
Una cava non è certo un luogo pensato per organizzare uno spettacolo. Quali sono state le difficoltà e quale il valore aggiunto?
Non le chiamerei difficoltà ma sfide. È stata una manna per la creatività allestire ogni volta in spazi diversi, infatti, sia che cambiassimo cava, sia che utilizzassimo la stessa, trovandoci in un ambiente vivo, non era mai, di anno in anno, uguale a sé stesso. La cava diventa un vero e proprio elemento drammaturgico, ha un impatto sull’aspetto creativo dello spettacolo, diventa parte del racconto. È stato proprio questo aspetto, estremamente stimolante e unico, che mi ha portato a fare delle scelte professionali importanti: poco alla volta ho accantonato, con fatica, perché il canto mi piace moltissimo, la mia carriera lirica e mi sono dedicata a tempo pieno a questo progetto.
Oggi Tones Teatro Natura non è più itinerante, ma ha un proprio, affascinante, spazio nell’ex Cava Roncino. Come mai questa scelta, visto le potenzialità che attivava l’organizzazione di una stagione itinerante?
Il Festival era cresciuto negli anni e con lui le esigenze; le richieste alle aziende lapidee, in termini di tempo e allestimenti, stavano diventando insostenibili per tanti motivi. Inoltre, l’irrigidimento e il cambiamento delle normative per l’utilizzo delle cave a scopo culturale e turistico impone una burocrazia esasperata, non replicabile ogni anno per situazioni diverse.
Poi è arrivata la pandemia e ci ha permesso, in quell’immobilità forzata, di riflettere sulla necessità di un cambiamento. Abbiamo quindi pensato di lavorare su un nuovo tema: le cave dismesse, cercando in quegli spazi anche il luogo che potesse diventare la nostra casa. In prima battuta stavamo solo pensando a un posto per allestire gli spettacoli e le nostre produzioni dal vivo, poi, proprio la pandemia, ci ha fatto riflettere su temi nuovi che ci dessero anche un posizionamento etico rispetto al nostro rapporto con la natura e con l’ambiente più in generale, uscendo da un contesto puramente territoriale.
Un faro sono stati gli obiettivi dell’agenda ONU 2030, in particolare quelli riguardanti la transizione ecologica, che già erano nelle nostre corde. Quindi parallelamente alla riqualificazione di Cava Roncino, che è diventata Tones Teatro Natura, abbiamo avviato un percorso di certificazione della nostra Fondazione, adottando un sistema di gestione sostenibile in relazione alla norma internazionale ISO 20121 “eventi sostenibili”, ottenendo la prima certificazione da parte di Bureau Veritas, nel luglio 2020, confermata nel 2021 e proseguita con la certificazione da parte di RINA nel settembre 2022, confermata nel 2023 e in corso di conferma nel 2024.
Che cosa riguarda specificatamente la certificazione e cosa significa per voi?
Si tratta di sostenere una politica di sviluppo sostenibile che prevede la valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali degli eventi organizzati e prodotti dalla Fondazione sia in Cava Roncino, sia altrove e che si basano su principi e valori definiti nel sistema di gestione sostenibile. Intendiamo coinvolgere in questo percorso virtuoso tutti i nostri stakeholder.
Come siete approdati a Cava Roncino?
Complice è stata anche in questo la pandemia. Abbiamo cominciato a esplorare il territorio con Google Maps andando a intercettare dove ci fossero antichi siti che facessero intravedere un’area estrattiva dismessa; poi, quando è stato possibile, abbiamo cominciato a fare delle passeggiate in quei luoghi. Quando sono arrivata a Cava Roncino ho pensato fosse perfetta: è di una bellezza incredibile; non è così lontana dalla strada; è in una zona in cui sono già in atto operazioni di ricostruzione, riattivazione e di restituzione al territorio della propria potenzialità e bellezza, ricordo fra le altre l’Associazione Canova e il progetto Ghesc.
Nel 2018 nasce la Fondazione Tones Teatro Natura. Come ha fatto la differenza nella gestione e strutturazione dei vostri progetti e nelle vostre scelte per il futuro?
Sicuramente è stato fondamentale trasformarci dall’associazione, anche un po’ naif, degli inizi, in un ente strutturato e normato, che potesse avere un proprio staff, uno spirito manageriale, una continuità e un accesso a fondi per la cultura e per la riqualificazione del territorio. Oggi ognuno ha un proprio ruolo e dei propri obiettivi che vanno nell’ordine di una crescita sostenibile e di sempre maggior valore e qualità delle nostre proposte. L’apporto del nostro presidente Fabrizio Bressani, del CDA e di tutto lo staff sono fondamentali per costruire il futuro dei nostri progetti.
Anche avere un “teatro” fisso ha cambiato le vostre prospettive. Oggi avete uno spazio a disposizione per 365 giorni l’anno. Come avete deciso di gestirlo?
Prima di tutto, ci tengo a dirlo, con la creazione di un “teatro stabile” in Cava Rancino è proprio cambiato il rapporto che le persone hanno con il luogo e con l’evento proposto. All’inizio erano un po’ titubanti, come se non comprendessero, se si trattava di Tones o di altro; poi, dallo scorso anno, abbiamo proprio visto una svolta nell’atteggiamento di tutti, la gente arriva prima degli spettacoli, si gode il posto, si prende il tempo per un aperitivo o per una cena… ci stiamo proprio rendendo conto dell’affetto e del radicamento con il territorio e la sua gente.
Avere uno spazio fisso, e qui torno alla tua domanda, ci ha permesso di pensare a come agire sul territorio in maniera sempre più costruttiva. Abbiamo pensato, anche alla luce di esperienze estemporanee fatte, negli anni, nelle scuole, di provare a lasciare un seme coinvolgendo bambini, adolescenti e ragazzi nel progetto RiGenerazioni, che si ispira proprio ai principi dell’Agenda ONU 2030. I giovani sono sempre più aperti al cambiamento e hanno voglia di sperimentare.
RiGenerazioni è un ‘iniziativa dedicata all’educazione ambientale e allo sviluppo della creatività applicata ai valori dell’economia circolare, rivolto agli studenti di tutti gli ordini scolastici. La prima edizione, nella primavera dello scorso anno, ha coinvolto allievi di primarie e secondarie di primo grado e ha visto la partecipazione di 13 scuole, 37 classi. A oggi, in meno di un anno di attività, abbiamo coinvolto oltre 1.000 giovani provenienti da tutta la provincia.
Potremmo fare numeri ancora maggiori ma vanno sistemate alcune difficoltà pratiche, come, sembra banale, il reperimento di pullman e pullmini per il trasporto dei ragazzi.
Il valore di RiGenerazioni è anche nella collaborazione con le realtà del territorio. Chi avete coinvolto nel progetto?
Per noi la valorizzazione del territorio va di pari passo con la crescita culturale, economica e sostenibile, che sono i pilastri del futuro. In RiGenerazioni sono coinvolti, tra gli altri: la Cooperativa Sociale Il Sogno, che si occupa di un workshop per scoprire la biodiversità locale; Pietre Trovanti e Asilo Bianco impegnatiin attività creative attraverso la pratica del riuso; Ossola Outsoor School coinvolti in pratiche outdoor per il benessere psicofisico.
Abbiamo anche iniziato a dialogare con le aziende del territorio che sono diventate “amiche” di Tones Teatro Natura, in un modello innovativo di partnership tra mondo corporate e cultura, molto comune in Nord Europa, in Spagna o a supporto di grandi realtà, come per esempio La Scala, ma meno soliti in contesti come il nostro.
Al cambiamento dobbiamo arrivare tutti e Tones Teatro Natura ha dedicato anche agli adulti un progetto specifico. Ce ne vuoi parlare?
Sì abbiamo creato Sphera, nato dall’evoluzione di Campo Base Festival, che era più incentrato sulla montagna, mentre questa proposta ha un focus più complessivo sull’ambiente. È un format pensato proprio per gli adulti e vuole portarci a ripensare ai nostri stili di vita, in prospettiva di futuri modi di vivere, più sani e più corretti per tutti gli esseri viventi, si basa sul principio che ciò che oggi definiamo “bello” non può prescindere dall’essere sostenibile, inclusivo, ecologico. Alla base uno spirito costruttivo, per niente allarmistico o catastrofista, che propone i modelli positivi di chi, in Europa, già agisce in questa direzione.
Un altro progetto che vorrei nominare è Nextones, nato nel 2014, oggi uno dei migliori Festival europei dedicato ai linguaggi digitali ed elettronici, co-prodotto dal 2021 con Threes Production. Quest’anno abbiamo portato all’evento 400 campeggiatori, più di 2.000 persone in quattro giorni, prevalentemente giovani, che diversamente non avrebbero mai conosciuto la nostra valle. Alle attività in teatro e di stage noi colleghiamo sempre delle visite guidate e delle escursioni per contribuire alla conoscenza del territorio.
Tante idee e progetti, la macchina creativa Tones Teatro Natura non si ferma, così come non si fermano i lavori in Cava Rancino. Cosa serve ancora per completare strutturalmente il teatro?
Il nostro desiderio è finire il teatro e metterlo a servizio della comunità. Oggi, avendo ancora molti costi di noleggio, non riusciamo ad essere economicamente accessibili a tutti coloro che vogliono organizzare qualcosa in Cava, piccoli eventi, attività di beneficienza, etc..
Dobbiamo completare la rete elettrica per poter avere un’illuminazione architetturale di base che ci eviti di noleggiare materiali; sistemare la questione bagni che oggi risolviamo con un noleggio trimestrale; trovare una soluzione per i camerini; realizzare la torre regia e degli uffici stabili idonei. Insomma, mancano ancora un po’ di cose. Confidavamo molto nel Bando Emblematico Provinciale per completare il teatro e per mettere in atto delle azioni, davvero consistenti, per i giovani in questa provincia, dove si realizzano principalmente politiche per la crescente popolazione anziana, dimenticando quasi completamente le nuove generazioni, ma, purtroppo, non è andata come speravamo.
Tones Teatro Natura è anche possibilità di posti lavoro. Quindi, se ci si impegna e ci si crede, con la cultura si mangia?
Come no profit reinvestiamo il ricavato di ogni iniziativa, al netto delle spese, nei progetti successivi, ma con il nostro fare stiamo sicuramente costruendo anche ricchezza per il territorio. Le nostre attività coinvolgono, infatti, un indotto interessante, generando economia. In più i nostri allestimenti ci hanno consentito negli anni di dare lavoro a tante persone, anche giovani, della zona. Purtroppo l’attrazione della vicina Svizzera, rende faticoso trovare risorse umane e competenze idonee e so che questa difficoltà non è solo nostra. Ma noi non demordiamo e guardiamo avanti, inseguendo e dando forma a sempre nuovi sogni.
Diario di Bordo è la Newsletter periodica di Alternativa A… in cui è possibile approfondire e analizzare le tematiche relative all’associazionismo provinciale, le ultime notizie e le anteprime.
© Alternativa A • Casa Don Gianni | Via dell’Artigianato, 13 | 28845 | P.Iva 00984480038 | alternativa-a@legalmail.it | Domodossola (VB) | Privacy Policy | Cookie Policy